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Specie Prepotente

Especie prepotente(Presentación en Español)

copertina_specie_prepotente Vi presento il mio ultimo lavoro. È un saggio che tenta di rispondere alla domanda: “Perché l’uomo schiavizza l’uomo?”.

Il testo è composto da due parti essenziali.

La prima è fatta dalla mia ricerca, e tocca in modo interdisciplinare, settori della scienza come la genetica, per entrare  nell’antropologia, nella storia, nella teologia, nella sociologia, nella geografia, nell’economia; avendo sempre attenzione a  porre al centro l’uomo e la sua evoluzione culturale.

La seconda parte è formata da tutte le risposte che ho ricevuto, sempre sulla stessa domanda, da parte di persone che a  livello mondiale ho in qualche modo conosciuto o contattato. Al lettore si offre una panoramica con molte voci. Differenze  culturali, religiose, scientifiche, che vengono da più paralleli e meridiani, riflettono una difficoltà a dare una risposta netta,  ma attraverso una seria ponderazione, danno la possibilità di potersi confrontare con una domanda difficile, forse senza  risposta.

Infatti su questo argomento, che si tende ad evitare e/o a sottovalutare, nessuno ha la verità in tasca. Si tratta di affrontare il dolore, il disagio e tentare di aiutare il cammino che l’umanità a fatica cerca di portare avanti. Non esiste un progresso culturale e civile che possa essere telecomandato. È lo sforzo e la fatica quotidiana che ci aiutano a capire se si sta andando avanti o indietro. Fermi non si rimane.

Perché mi sono cimentato su questo argomento? Perché la schiavitù esiste! Perché i migranti che ho assistito mi hanno fatto questa domanda muta guardandomi dritto negli occhi e interrogandomi sul perché.

Voi avete letto i miei precedenti libri sulle esperienze che ho avuto con loro. Voi sapete che mi sono sempre battuto per gli ultimi. Voi sapete che il mio essere un volontario nelle case di accoglienza gestite dagli scalabriniani va inteso come un cammino psicologico che mi aiuta per la incomunicabile sofferenza che insieme alla mia famiglia stiamo vivendo oramai da circa 10 anni.

Indignarsi e agire, in questo modo aiuto me stesso e gli altri.

Nel corso del tempo di circa tre anni, tanto c’è voluto per completare il lavoro, ho incontrato una sola persona che si è permessa di dirmi che il tema è retorico. Non ho mai capito questa strana osservazione e allora provo a fornire cifre sulle quali riflettere e per trovare poi il coraggio ironico di dire al prossimo schiavo che incontrerò che è “retorico”.

Il rapporto annuale di Walk Free Foundation che ha preso in esame 167 Paesi, stima che nel mondo ci siano 36 milioni di vittime della schiavitù.

L’organizzazione mondiale del lavoro, OIL, stima che la schiavitù renda 150 miliardi di dollari per anno, più del traffico della droga e delle armi, (e spesso le organizzazioni criminali intrecciano questi “affari”).

Il primato della schiavitù aspetta all’India con 14 milioni di persone senza libertà. Per seconda viene la Cina con 3,24 milioni di persone, e per terza il Pakistan con 2 milioni. Giù dal podio della vergogna troviamo come quarta l’Uzbekistan con 1,2 e per quinta la Russia con 1,05.

Prendendo in considerazione il numero delle persone schiavizzate in proporzione alla popolazione totale per ogni Nazione la classifica cambia. In questo caso il primo posto va alla Mauritania dove si stima che il 4% della popolazione viva in uno stato di schiavitù, seguita dall’Uzbekistan con il 3,9%, Haiti con il 2,3%, il Qatar con l’1,3% e l’India con l’1,14%.

In questa orrenda graduatoria il posto che occupa l’Italia è il 151°, e viene dopo gli Stati Uniti e prima della Germania, con circa 11.400 persone ridotte in schiavitù, circa lo 0,019% della popolazione. Qualcuno scende dalle nuvole e scopre ora che anche da noi c’è la schiavitù? La nostra inculcata ipocrisia ignora, o lo vede con fastidio, che all’angolo di ogni semaforo c’è uno schiavo che chiede l’elemosina. Qualcuno pensa che si arricchiscano con questa trovata. Ma lo sappiamo che sono tenuti in stretta sorveglianza dalle organizzazioni criminali? Domandiamoci da dove vengono e perché. Domandiamoci da chi sono schiavizzati. Non ci devono fare pena ma ci devono far indignare e chiedere alle Istituzioni, tutte, cosa stanno facendo per combattere questa piaga che sembra quasi essere tollerata.

Gli schiavi sono tra di noi, nel nostro paese civile che ha firmato e sottoscritto tutti gli accordi internazionali che chiedono agli Stati di combattere con forza la schiavitù. Chiediamo di conoscere le iniziative, le misure, i piani di governo per agire in onore della firma messa su quegli importanti documenti. Lo Stato sa quantificare il numero del problema? Esiste un piano per contrastare lo sfruttamento degli esseri umani?

Domande retoriche? Fate un po’ voi!

Leggete il mio lavoro, commentatelo e magari scrivete le vostre riflessioni in modo da poter allargare il panorama delle riflessioni.

In ultimo, ricordandovi che i proventi andranno in beneficenza, vi dico che il libro si può acquistare solo richiedendolo sulla mia email: .img@.img

Un abbraccio a tutti e buona lettura.

Andrea Cantaluppi

Especie prepotente(Presentación en Español)

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