ArticoliMarisolQuadrilatero della violenza

Seguendo le orme di Marisol

Il 23 settembre del 2011 veniva ammazzato un angelo:

Marisol Castro. A tre anni di distanza mi domando due cose: la prima è come si vive in un territorio totalmente sottomesso al potere dei narco trafficanti; la seconda per chiedere come si può continuare la lotta di Marisol a favore dei migranti e contro i trafficanti di esseri umani oltre che di armi e di droga.

Al tempo dell’efferato delitto, Marisol svolgeva la sua opera volontaria presso la Casa dei Migranti “Nazareth”, a Nuevo Laredo, Messico. Il direttore della Casa era padre Francisco Pellizzari, uno scalabriniano che non si risparmia nella sua missione esercitando tutto il carisma di cui si fa portatore.

Insieme a Marisol e con Francisco, abbiamo vissuto momenti intensi, belli, paurosi e ci siamo sempre posti la domanda di come lottare contro le ingiustizie del mondo.

Marisol è arrivata fino alla fine dando tutta se stessa. Non dobbiamo dimenticarla e se vogliamo onorarla dobbiamo andare avanti così come fa p. Francisco.

Le convinzioni di Francisco lo portano anche a scontrarsi contro ogni forma di potere da chiunque esercitata, e adesso che è direttore del seminario scalabriniano di Guadalajara ha voluto confermare il suo modo di essere un difensore degli ultimi facendo una lezione pratica ai suoi seminaristi.

Per un mese, dopo la chiusura dell’anno scolastico, nel periodo più caldo dell’anno, ha portato i suoi allievi a vivere sul campo l’esperienza diretta dell’operare di uno scalabriniano. Lo stesso campo dove ha operato Marisol, a Nuevo Laredo. Senza filtri ne mediazioni, tutti insieme si sono ritrovati ad operare in una situazione sempre più pericolosa e drammatica. Sono andati a “sporcarsi le scarpe” per guadagnarsi il paradiso.

Cosa hanno trovato questi giovani?

Dentro la casa c’era un putiferio che poteva anche sembrare simpatico sempre che si potesse ignorare la drammaticità della situazione. Infatti, i corridoi, le camerate, ogni piccolo spazio, era pieno di minorenni urlanti che giocavano spensieratamente così come dovrebbe essere per ogni ragazzino, senonché si trattava di una piccola quota di minorenni che tentano di raggiungere quel “sogno” ingannatore che un Paese nemico continua ad alimentare. Sono decine di migliaia che tentano di raggiungere i loro famigliari emigrati. L’Amministrazione degli USA li prende, li carica su aerei e li riportano in qualche Paese del Centro America. E il giro riparte.

Alcune, pochissime madri tentavano di riprendere fiato in quell’oasi che è la Casa per poi riprendere la parte più difficile del viaggio e superare quella frontiera di morte. Le poche di loro che ce l’hanno fatta, hanno telefonato per ringraziare.

Francisco mi ha detto, al termine del periodo di servizio straordinario, che i seminaristi hanno dichiarato che è stata dura. Adesso, sottolinea, si sono resi conto di cosa significa essere scalabriniani sul serio, se vogliono adesso non possono dire di non sapere o di non aver conosciuto la realtà. Mi è sembrato questo un buon metodo di “seminare” nel deserto dello squallore umano. Si è unito il metodo teorico alla pratica più dura.

In città, la situazione è molto peggio di quando stavamo insieme. Mi dice che molta gente è scappata e sembra una città abbandonata e fantasma. In giro si vedono solo militari, polizia di stato e i narcos che sono meglio armati di chi li dovrebbe combattere. Ogni tanto appaiono in forze e ogni giorno sequestrano o ammazzano qualcuno, però non si deve sapere, non si possono diffondere notizie su questi fatti. Un’omertà gigantesca inquina la stessa aria che si respira. Marisol e un suo amico sono stati uccisi proprio per dare l’esempio. Il messaggio molto chiaro era quello che non si doveva seguire il loro modo di denunciare sistematicamente i crimini del cartello della droga.

Francisco aggiunge che è un autentico inferno. “Il calore climatico, 40 gradi costanti, aiuta a ricordare il regno di satana”. Ha trovato una città senza speranza e la gente comune è stanca e rassegnata a questa egemonia del male.

Un anno fa, circa, sono stati sequestrati e uccisi come Marisol, il sindaco di Nuevo Laredo, Benjamin e un nostro amico Miguel. Fu lui ad accompagnare Francisco e me sul luogo del martirio di Marisol. Lui diceva di non temere… Tutti e due, prima che uno di loro venisse eletto, erano frequentatori e sostenitori in concreto della Casa. Francisco è andato a trovare le famiglie, le ha trovate povere, distrutte e “perse” nel mare di dubbi, paure e tensioni.

La Casa continua a lavorare a pieno regime. Soltanto nei primi sei mesi dell’anno sono passati 5.700 migranti.

I trafficanti di uomini accrescono sempre di più i loro affari e oggi, con l’arrivo delle migliaia di minorenni totalmente indifesi, la loro “rete” è strapiena di coloro che andranno ad incrementare le loro fila.

Tristezza, rabbia, dolore sono i sentimenti che nascono nel constatare questa situazione.

Speriamo che i giovani seminaristi scalabriniani siano in grado di formare un argine, anche se piccolo, per continuare la lotta.

Andrea Cantaluppi

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